La formazione della coppia. Estratto dal convegno "Settimana del benessere psicologico 2011". Organizzato dall'ordine psicologi Campania

Che cos'è una coppia? è l'espressione di una aggregazione affettiva tra due soggetti basata su di un progetto esistenziale presumibilmente di lunga durata. La dinamica della scelta del partner in una coppia è molto complessa e articolata. Il partner non viene scelto solo perché è simile o è opposto alla figura parentale di riferimento. Piuttosto la scelta avviene sia sulla modalità relazionale del bambino con l'adulto significativo, sia sulla modalità relazionale genitoriale). Questo può avvenire in positivo (come identificazione) o in opposizione (come ribellione). E’ il caso di richiamare il modello di attaccamento e operativo interno Aironsaid bowlby)

Questi modelli sostengono che i bambini che ricevono delle cure adeguate per sensibilità e per disponibilità emotiva sviluppano, un modello degli altri come affidabili e disponibili e un modello di se stessi come degni delle cure che vengono loro rivolte. Al contrario invece, i bambini che non ricevono cure adeguate, sviluppano sentimenti di rabbia e di angoscia nei confronti degli altri e sentimenti di insicurezza nei confronti di se stessi. I primi legami di attaccamento, vengono progressivamente internalizzati nel sistema rappresentazionale del bambino e in questo modo le esperienze successive sono strutturate ed interpretate sulla base di tali rappresentazioni intrapsichiche di sé e degli altri. Formano schemi di eventi o copioni (script), che si organizzano in tracce di memoria. (Modelli operativi interni), che poi vengono riprodotti nelle relazioni future in special modo nelle relazioni di coppia. I modelli di attaccamento sono:

 

(Bambini sicuri) Modello B, sono in grado di usare la madre come base sicura, che gli permette di esplorare e interagire autonomamente con l’ambiente. Il modello operativo interno di questi bambini è quello di una figura primaria ritenuta affidabile e pronta ad intervenire in caso di bisogno.

 

(Bambini insicuri-evitanti) Modello A, esplorano volentieri e facilmente l’ambiente, presentano scarse manifestazioni di affetti positivi e il loro comportamento non fa affidamento su di una base sicura. Il modello operativo interno di questi bambini è quello di una figura genitoriale rifiutante rispetto alle loro richieste di aiuto e conforto nei momenti di stress.

 

(Bambini insicuro-ambivalenti) Modello C, sono angosciati, agitati o passivi e non riescono a coinvolgersi nell’esplorazione. Il modello operativo interno di questi bambini è sviluppato dall’esito di un accudimento inadeguato e incapace di rispondere alle richieste di attaccamento del bambino.

Quindi, nel riconoscere tale complessità nella scelta, possiamo affermare che è sulla base delle relazioni parentali che si struttura (come nostalgia o come rifiuto) il riferimento che condurrà in seguito il soggetto a strutturare la sua personale organizzazione diadica. L'oggetto d'amore deve corrispondere non solo a dinamiche inconsce del passato, ma anche alle esigenze del presente: il soggetto deve poter riconoscere nel partner la possibilità di soddisfare i propri bisogni e i propri desideri, la possibilità che egli (o lei) costituisca anche una forza, che sappia soddisfare il bisogno di intimità e di accudimento, sia passivo che attivo (l’accudimento attivo si esplicita come desiderio di avere un figlio), che sia di sostegno nel superare le angosce e i dolori della vita, anche se a mio parere questi aspetti prima di essere condivisi bisogna prima che si affrontano con se stessi. Va quindi sottolineato da una parte che la scelta del partner comporta una grande complessità, e dall'altra che risulta molto importante cercare di capire le motivazioni profonde che intervengono in questa scelta. E’ evidente che perché la coppia si strutturi è necessaria una reciprocità, di conseguenza il soggetto deve trovare un oggetto che presenti caratteristiche simmetriche e complementari alle proprie. Al di là degli aspetti romantici, l’innamoramento non è semplicemente l’incontro sentimentale tra due individui, ma costituisce il momento di inizio di un “dialogo” fra due persone con una propria storia personale e che, a partire da quel momento, nell’incontro d’amore è come se cercassero una sorta di sintesi esistenziale tra il proprio ieri , l’oggi per potere insieme progettare il domani come coppia. Nelle prime fasi le due persone coinvolte sono portate, in modo per così dire fisiologico, a cogliere e valorizzare le somiglianze, ma con il passare del tempo, perché il legame si possa rinforzare, si deve giungere ad una valorizzazione delle differenze. Nascerà così il piacere di un confronto continuo che possa favorire la conoscenza: la curiosità verso l’altro potrà dar vita a delle piccole “sfide”. Il continuo confronto con il partner e con le sue imprevedibilità favorisce la stabilità e la funzionalità della relazione di coppia. Se poi le reali diversità rispetto all’altro saranno progressivamente comprese appieno, si potrà valutare se nel tempo esse possano costituire una fonte di curiosità e di completamento della propria personalità, o se piuttosto possano costituire delle sostanziali “distanze” che porteranno con il tempo a delle delusioni e alla creazione di solchi incolmabili.

Spesso ci si innamora non dell’altro, ma di “come vorremmo che fosse”, per cui la diversità diventa fonte di ansia, di incertezza, di paura di perdere la propria identità e porta a somatizzare l’angoscia di smarrirsi, ricercando una relazione che richieda un impegno psicologico molto forte. E’ fondamentale comprendere che l’ amore non può essere basato sulla sfida continua. Un altro aspetto fondamentale fonte di pericolo è che a volte ci si appoggia a un legame per far fronte alle difficoltà relazionali del proprio sistema familiare, per cui il partner è l’alibi per scappare da casa e liberarci di una presenza genitoriale vissuta come negativa. In questo modo però si finisce con il riversare sulla persona amata tutte le proprie aspettative, facendola diventare il riferimento esclusivo di illusioni e desideri nascosti, come se fosse il punto di arrivo di una lunga ricerca affettiva. In questa tempesta emotiva il dialogo interpersonale viene estremamente mitizzato e si creano aspettative non realistiche. Si può giungere alla formazione di giudizi sull’altro che non corrispondono alla sua vera personalità. La comunicazione rischia di diventare illusoria e si procede per due strade parallele restando nella falsa credenza di essere sulla stessa strada e di condividere un progetto di vita insieme. Il desiderio di “possedere” l’altro e di “ridurlo” a propria somiglianza per adattarlo ai propri bisogni e capricci è una manifestazione di immaturità affettiva. Di questo passo si arriva a colpevolizzare il partner per le sue mancanze, che in realtà sono lo specchio dei propri limiti. Quando il rapporto non è profondo, risulta anche condizionato da tanti falsi bisogni della società consumistica, come la necessità di raggiungere il successo mondano o di “apparire bene”. Questo induce ansia, stress, porta a manifestazioni di una aggressività distruttiva; e, soprattutto, il condizionamento dai falsi bisogni non permette di vivere liberamente tutte le proprie emozioni, che costituiscono invece la base indispensabile per la crescita personale. Gli stereotipi culturali portano alla creazione di miti riguardanti l’affettività che rispecchiano modelli copiati dai mass media e che hanno magari condizionato fin dall’infanzia un’idea dell’amore, ma che non rispondono alla propria effettiva personalità. L’innamoramento è una esperienza per certi versi, travolgente, ed è per sua stessa natura “bizzarro”, per cui le parti coinvolte sono portate a non definire, inizialmente, le regole e i confini. Questo però non deve giustificare la rinuncia a riflettere sui significati ed i valori dell’essere coppia anche fin dal primo incontro. I corsi di preparazione al matrimonio e alla coniugalità devono guidare i giovani in questo cammino perché troppo spesso la superficialità porta a bruciare i tempi e soprattutto a non capire quanto sia grande il dono dell’amore donatoci dall’Artefice di ogni nostro agire.

FINE

Nella Slide vediamo un esempio di come si struttura un progetto per la coniugalità rivolto alle coppie . Queste attività di solito vengono svolte da diversi specialisti che nella maggioranza sono volontari che operano nella struttura.

 

-Psicologi e consulenti familiari: per la comunicazione all’interno della coppia evitare comunicazione ambigua e doppi messaggi

 

-Ginecologi: per nozioni fisiologici-anatomici, per conoscersi fisiologicamente e utili per le future gravidanze

 

-Sessuologi: per affrontare il tema della sessualità non sempre vissuto serenamente nelle diverse fasi del ciclo della vita.

 

- Educatori: per fornire nozioni di pratiche genitoriali. -Avvocati e Commercialisti: per informazioni riguardo alle leggi che disciplinano il matrimonio e nozioni di economia domestica solitamente sottovalutata ma spesso causa di conflitto.

 

-Diaconi e Laici: dare una visione laico-religiosa del matrimonio

 

-Avvocati e commercialisti per informazioni riguardo alle leggi che disciplinano il matrimonio e nozioni di economia domestica solitamente sottovalutata ma causa di conflitti

 

-Coppie Tutor: per fornire testimonianza diretta del significato profondo umano e religioso della vita coniugale.

 

 

Bibliografia (Attaccamento)

Bowlby, J., (1988), “Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento”, R. Cortina, Milano 1989

 

Main, M., (1985), “An Adult attachment classification system: its relation to infant-parent attachment “, pag 66. Presented at the Society for Research in Child Development Biannual Conference, Toronto

 

Simonelli, A., e Calvo, V.(2002) “L'attaccamento: teoria e metodi di valutazione”,Carocci Editore, Roma: Eagle, M. (1999), “Attachment research and theory and psychoanalysis”1.Relazione presentata alla Psychoanalytic Association di new York, 15 novembre 1999.

 

Bowlby, J.(1973). “Attaccamento e perdita”.Vol. 2: “La separazione dalla madre”Boringhieri, Torino 1975.

 

Bowlby, J. (1980), “Attaccamento e perdita” vol. 3: “La perdita della madre”, Boringhieri, Torino 1983

 

Tulving, E. (1972), “Episodic and semantic memory”. In Tulving E. e Donaldson W. (a cura di), “Organization of memory”. Academic press, New York Bretheron, I., (1992), Modelli operativi interni e trasmissione intergenerazionale dei modelli d’attaccamento, in .Ammaniti M. e Stern D.N. (a cura di), Attaccamento e psicoanalisi, Laterza, Roma 1992

 

Bretheron, I., (1987) “ New perspectives on attachment relations: security, communicatiion, and internal working models”, in Osofssky J. (Ed.)Handbook of infant development. New York: John Wiley and Sons

 

Main, M., (1991), “Conoscenza metacognitiva, monitoraggio metacognitivo e modello di attaccamento unitario (coerente) vs. modello di attaccamento multiplo (incoerente): dati ed indicazioni per la futura ricerca”, in Parhes, C., Stevenson-

 

Hinde, J. (a cura di), “L’attaccamento nel ciclo della vita”, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 1995