Attacchi di panico e disturbi d'ansia

Disturbo di Panico

Presenza di Attacchi di Panico ripetuti e inaspettati, preoccupazione che si presentino nuovi Attacchi di Panico e sulle loro possibili implicazioni. L’Attacco di Panico in sé, consiste in un periodo preciso di paura o disagio intensi in assenza di vero pericolo, accompagnato da almeno quattro dei seguenti sintomi, somatici o cognitivi: palpitazioni, sudorazione, tremori, sensazione di soffocamento o dispnea, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, vertigini o sensazione di testa leggera, sensazione di irrealtà (de realizzazione) o di essere distaccati da se stessi (depersonalizzazione), paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire, sensazione di torpore o formicolio (parestesie), brividi o vampate di calore. Spesso la persona che ne è colpita, per gestirlo mette in atto una serie di comportamenti protettivi e l’evitamento di situazioni ritenute potenzialmente pericolose, che svolgono un ruolo di mantenimento del disturbo.

 

Fobie

Paura marcata e persistente di oggetti o situazioni specifiche. L’esposizione allo stimolo fobico provoca un’immediata risposta ansiosa che può prendere le sembianze di un Attacco di Panico, dovuto alla situazione. La persona, nonostante riconosca che la paura sia eccessiva o irragionevole, tende ad evitare la situazione temuta o a sopportarla con intensa ansia. L’evitamento e l’ansia anticipatoria interferiscono significativamente con la normale routine della persona, con il funzionamento lavorativo, con le relazioni sociali.

 

Fobia sociale (disturbo d’ansia sociale)

Paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri. L’individuo teme di agire in modo umiliante o imbarazzante, o di mostrare sintomi d’ansia. L’esposizione alla situazione temuta provoca ansia, che può assumere le caratteristiche di un Attacco di Panico. Viene riconosciuta l’eccesso o l’irragionevolezza della paura. Le situazioni sociali o prestazionali temute vengono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio. L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nelle situazioni sociali o prestazionali interferiscono in modo significativo con le abitudini quotidiane della persona, con il funzionamento lavorativo o con la vita sociale dell’individuo.

 

Disturbo Ossessivo-Compulsivo

Caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni ricorrenti, sufficientemente gravi da far impiegare tempo (più di un’ora al giorno) o da causare disagio ed interferire in maniera significativa con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo o nelle relazioni sociali.                                                                                                      

Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini persistenti, sono vissute come intrusive e inappropriate, causano ansia o disagio marcati. L’individuo ha la sensazione che il contenuto delle ossessioni sia estraneo, non sia sotto il proprio controllo, tenta di ignorarle o di sopprimerle con altri pensieri o azioni e riconosce che i pensieri, gli impulsi o le immagini insistenti sono un prodotto della propria mente.

Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali, il cui obbiettivo è quello di prevenire qualche evento o situazione temuti, o ridurre l’ansia o il disagio che accompagna un’ossessione. In alcuni casi gli individui mettono in atto azioni rigide o stereotipate secondo regole elaborate, senza riuscire a spiegare perché lo stanno facendo, non sono connesse in modo realistico con ciò che sono designate a neutralizzare o a prevenire.

Quando l’individuo riconosce che le ossessioni e le compulsioni sono irragionevoli, può desiderare o tentare di resistervi. Nel tentativo di resistervi può avere la sensazione di aumento dell’ansia o della tensione, che possono essere alleviate cedendo alla compulsione.

Poiché le intrusioni ossessive possono distrarre, frequentemente determinano insufficiente esecuzione di compiti cognitivi che richiedono concentrazione, come leggere o calcolare.

 

Disturbo Post-traumatico da Stress  

Si manifesta in conseguenza di un fattore traumatico estremo, in cui la persona ha vissuto, ha assistito, o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri, come, ad esempio, aggressioni personali, disastri, guerre e combattimenti, rapimenti, torture, incidenti, malattie gravi.

La risposta della persona comprende paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore. L’evento traumatico viene rivissuto persistentemente con: ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi (immagini, pensieri o percezioni), incubi e sogni spaventosi, agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando (sensazione di rivivere l’esperienza, illusioni, allucinazioni, episodi di flashback), disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico, reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.

Vengono messi in atto comportamenti di evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale: sforzi per evitare pensieri, sentimenti o conversazioni riguardanti l’evento traumatico, evitare attività, situazioni o persone che ricordino l’evento, incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma, riduzione dell’interesse a attività significative, distacco o estraneità verso gli altri, ridotta affettività, diminuzione delle prospettive future.

Si presenta difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, Irritabilità o scoppi di collera, difficoltà a concentrarsi, ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme.  La durata del disturbo è superiore ad un mese.

 

Disturbo d’Ansia Generalizzato

E’ caratterizzato dalla presenza di ansia e preoccupazione eccessive nei riguardi di diversi eventi o attività. L’individuo ha difficoltà a controllare la preoccupazione. Ansia e preoccupazione sono accompagnate da almeno tre dei seguenti sintomi: irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare, alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno o sonno inquieto e insoddisfacente). L’ansia, la preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.

 

Ipocondria

La caratteristica essenziale è la preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una grave malattia, basata sulla errata interpretazione di uno o più sintomi fisici. La paura o la convinzione ingiustificate di avere una malattia persistono nonostante le rassicurazioni mediche. La preoccupazione per i sintomi somatici causa disagio clinicamente significativo oppure menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree importanti e dura per almeno sei mesi.

I soggetti con l'ipocondria possono allarmarsi se leggono o sentono parlare di una malattia, se vengono a sapere che qualcuno si è ammalato, o a causa di osservazioni, sensazioni, o eventi che riguardano il loro corpo. 
La preoccupazione riguardante le malattie temute spesso diviene per il soggetto un elemento centrale della immagine di sé, un argomento abituale di conversazione, e un modo di rispondere agli stress della vita.