L'angoscia

Lacan accentua la positività dell’angoscia, poiché per lui essa è la via privilegiata per accedere al reale. Il che vuol dire che l’angoscia è la via che porta al di là del significante, è la via privilegiata per cogliere quel «resto» che egli chiama oggetto a. Oggetto essenziale, poiché non è l’oggetto desiderato, ma è l’oggetto che, invece, causa il desiderio. Si passa cosí, tramite l’angoscia, dal campo dell’oggetto docile al significante, come sono tutti gli oggetti che sembrano corrispondere al desiderio, a quest’oggetto «altro», che è all’origine del desiderio. Oggetto le cui manifestazioni erano già state delineate da Freud nell’oggetto orale e in quello anale, e che Lacan a sua volta completa con lo sguardo e la voce, e infine precisando la natura del fallo, oggetto di cui l’uomo viene a mancare e di cui la donna non sa che fare, lei che è invece sempre presa dal desiderio dell’Altro. In questo seminario si delinea cosí una nuova lettura della sessualità, di quella maschile e di quella femminile, e del fatto che niente angoscia di piú l’uomo di una donna che desideri e niente angoscia di piú una donna di un vero desiderio dell’uomo. Per l’uomo, perché il suo fantasma è quello di una donna puro oggetto permanente che godrebbe nel farsi oggetto del godimento dell’uomo. Per la donna, perché il suo fantasma è quello di un uomo che, non mancando di nulla come Don Giovanni, non la costringerebbe a supplire alla sua mancanza.