Maiolo: “Il corpo dei nativi digitali”

Nell’era digitale il corpo non è solo un involucro, ma è l’aspetto esterno dell’«Io»

di Giuseppe Maiolo, ladigetto.it, 19 febbraio 2017

I nuovi giovani, quelli digitali, in rete si cercano, si trovano, si incantano. O meglio si mostrano con mille volti o per lo meno con quegli Avatar che si possono impersonare. Il corpo è diventato un’immagine da postare, un’icona da mostrare che soddisfa il diffuso narcisismo dei tempi. Purtroppo gli adolescenti non si raccontano più. La narrazione di se stessi agli altri non appartiene alla tecnologia avanzata della comunicazione, dove più che parlarsi si «cinguetta». Twittare è diventato un verbo che ha avuto grande successo ma ha ridotto la comunicazione a 140 caratteri. Troppo pochi per raccontare di sé e delle proprie emozioni e tentare di interrompere la sofferenza e la paura, l’apatia e la timidezza che in adolescenza sono di casa.
Un tempo c’erano le lettere che ti aiutavano a esprimere un cumulo di sentimenti soffocati che nascevano nel corpo e che non sapevi dire. Scriverne poteva permettere di parlarne e alleggerirsi e qualche volta addolcirne il sapore acre con la penna.

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