Pensiero Psicotico e istituzione

di Salomon Resnik

 

 

 

Se la malattia mentale è un lungo taglio, un arresto una dislocazione nella trama psicosociale, la problematica della continuità e discontinuità rinvia immediatamente alla fenomologia del tempo.

 

Persso Henri BERGSON la nozione di tempo pone già la problematica della continuità e discontinuità della nostra vita interiore e della nostra relazione con il mondo.

 

Il tempo che passa è un tempo vitale e sintonico che dipende dalla durata, dall'intenzionalità e dal significato dell'istante.

 

Un tempo che scorre troppo presto, un tempo maniacale, brucia il tempo; quando vi è un tempo che scorre lentamente, che sta per arrestarsi, è un tempo depressivo, un tempo circolare o stereotipato che ritorna su se stesso (è un tempo autistico).

 

Un tempo fermo e coagulato da molto, depresso, oppresso, rotto, di cui vi parlerò più avanti, può in ogni istante esplodere, scoppiare in mille pezzi se si sveglia troppo bruscamente o troppo in fretta.

 

E' il caso della psicosi… Poi, quando soppravviene la cronicità il tempo devitalizzato e meccanico, si spazializza.

 

La continuità e discontinuità del tempo è direttamente legato al problema della continuità e discontinuità dello spazio.

 

Vi è un "luogo" del tempo, così come ogni luogo vivente ha bisogno di tempo.

 

Poiché esistono in ogni individuo delle zone viventi e delle zone morte — (il problema si pone in modo particolare per lo psicotico) — la condizione e la qualità del "luogo del tempo" e il suo grado di fluidità adeguato sono molto importanti per la comprensione e la possibilità di comunicare.

 

Ogni relazione implica un rapporto di tempo e di spazio che fanno normalmente parte di un sistema di scambio culturale ed il modo dello scambio (il lato significante) è importante quanto la sua "mercanzia" (il lato significato).di Salomon Resnik

 

 

 

Se la malattia mentale è un lungo taglio, un arresto una dislocazione nella trama psicosociale, la problematica della continuità e discontinuità rinvia immediatamente alla fenomologia del tempo.

 

Persso Henri BERGSON la nozione di tempo pone già la problematica della continuità e discontinuità della nostra vita interiore e della nostra relazione con il mondo.

 

Il tempo che passa è un tempo vitale e sintonico che dipende dalla durata, dall'intenzionalità e dal significato dell'istante.

 

Un tempo che scorre troppo presto, un tempo maniacale, brucia il tempo; quando vi è un tempo che scorre lentamente, che sta per arrestarsi, è un tempo depressivo, un tempo circolare o stereotipato che ritorna su se stesso (è un tempo autistico).

 

Un tempo fermo e coagulato da molto, depresso, oppresso, rotto, di cui vi parlerò più avanti, può in ogni istante esplodere, scoppiare in mille pezzi se si sveglia troppo bruscamente o troppo in fretta.

 

E' il caso della psicosi… Poi, quando soppravviene la cronicità il tempo devitalizzato e meccanico, si spazializza.

 

La continuità e discontinuità del tempo è direttamente legato al problema della continuità e discontinuità dello spazio.

 

Vi è un "luogo" del tempo, così come ogni luogo vivente ha bisogno di tempo.

 

Poiché esistono in ogni individuo delle zone viventi e delle zone morte — (il problema si pone in modo particolare per lo psicotico) — la condizione e la qualità del "luogo del tempo" e il suo grado di fluidità adeguato sono molto importanti per la comprensione e la possibilità di comunicare.

 

Ogni relazione implica un rapporto di tempo e di spazio che fanno normalmente parte di un sistema di scambio culturale ed il modo dello scambio (il lato significante) è importante quanto la sua "mercanzia" (il lato significato).di Salomon Resnik

 

 

 

Se la malattia mentale è un lungo taglio, un arresto una dislocazione nella trama psicosociale, la problematica della continuità e discontinuità rinvia immediatamente alla fenomologia del tempo.

 

Persso Henri BERGSON la nozione di tempo pone già la problematica della continuità e discontinuità della nostra vita interiore e della nostra relazione con il mondo.

 

Il tempo che passa è un tempo vitale e sintonico che dipende dalla durata, dall'intenzionalità e dal significato dell'istante.

 

Un tempo che scorre troppo presto, un tempo maniacale, brucia il tempo; quando vi è un tempo che scorre lentamente, che sta per arrestarsi, è un tempo depressivo, un tempo circolare o stereotipato che ritorna su se stesso (è un tempo autistico).

 

Un tempo fermo e coagulato da molto, depresso, oppresso, rotto, di cui vi parlerò più avanti, può in ogni istante esplodere, scoppiare in mille pezzi se si sveglia troppo bruscamente o troppo in fretta.

 

E' il caso della psicosi… Poi, quando soppravviene la cronicità il tempo devitalizzato e meccanico, si spazializza.

 

La continuità e discontinuità del tempo è direttamente legato al problema della continuità e discontinuità dello spazio.

 

Vi è un "luogo" del tempo, così come ogni luogo vivente ha bisogno di tempo.

 

Poiché esistono in ogni individuo delle zone viventi e delle zone morte — (il problema si pone in modo particolare per lo psicotico) — la condizione e la qualità del "luogo del tempo" e il suo grado di fluidità adeguato sono molto importanti per la comprensione e la possibilità di comunicare.

 

Ogni relazione implica un rapporto di tempo e di spazio che fanno normalmente parte di un sistema di scambio culturale ed il modo dello scambio (il lato significante) è importante quanto la sua "mercanzia" (il lato significato).

 

Per continuare: http://www.psychiatryonline.it/node/1260

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