La caduta degli aspetti pratici e morali

Un amico ha scritto un post su un social il quale  diceva testuali parole: In diretta dal mio ufficio le scene, pietose e retoriche, delle processioni di auguri di tante persone. Un andirivieni squallido. Che schifo. Pure chest e' tradizione !!!!!!!

 

Il post richiama quello che a mio parere definisco una strana spiritualità, oserei dire perversa, poichè impastata da aspetti religiosi e commerciale (sacro e profano). Non si può poggiare il marketing sulla religiosità. Ecco quale è la crisi dei nostri tempi, Ciò che forse ha messo in luce ironicamente ultimamente Crozza e successivamente smentito da Sgarbi (si, perchè la cultura non è iper-nozionismo) con sua lezioni riduttiva, del quadro della natalità, straordinario davvero ma che ritengo non pertinente con la questione, A lui possiamo solo riconoscere in questo caso la capacità di raccogliere il consenso che aderisce al banale "Si impersonale" del quale c'è ne ha parlato Heidegger. Quello che intende oscurare e rinforzare la scissione del soggetto contemporaneo, in questo caso,

 

L’aspetto spirituale non si risolve con la lezioncina alla Benigni, anzi, questa deve far riflettere in maniera più approfondita sul vero paradosso spirituale fulcro dell'argomento: Come mai, nonostante tanta produzione di cultura e di estetica siamo caduti cosi in basso in tutti i settori pratici e morali. Lo stesso dicasi per le nazioni più progredite, come mai proprio loro hanno commesso i crimini più efferati della storia come l'olocausto ed altri stermini. Oppure, altro ancora, le nostre società cosiddette "del benessere" ma con il più alto uso di psicofarmaci.

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