Recalcati: “Tra il cuore e la norma”

di Massimo Recalcati, la Repubblica, 17 luglio 2015

Ne “La vita è bella” il protagonista, un indimenticabile Roberto Benigni, custodisce il sogno del figlio proteggendolo dalle atrocità del campo di sterminio. Trasfigura l’orrore in un gioco a premi; il bambino crede alla parola del padre, non la mette in dubbio, accoglie il trasferimento al campo come una vacanza un po’ strana, ma eccitante. Il velo della parola paterna ricopre il reale terrificante della morte e della distruzione. La posta in gioco è alta: quanta verità può sopportare un essere umano? E, ancora di più, quanta verità può sopportare un bambino?

Nel video che riprende la cancelliera Angela Merkel impegnata in una conversazione con un gruppo di giovani colpisce innanzitutto il volto della sua interlocutrice. È quello di una ragazzina palestinese che la guarda con occhi scuri spalancati come se si trovasse di fronte ad un Gigante buono al quale affidare le proprie speranze di salvezza. Racconta così al Gigante di aver studiato tedesco e inglese, di essersi impegnata insieme alla sua famiglia per rendere possibile una vita degna per poi confessarle senza veli la propria angoscia: cosa ci accadrà se a mio padre, come sembra, non verrà rinnovato il permesso di soggiorno.

Come in molte fiabe la ragazzina affida a chi ha potere il suo voto disperato nella speranza che venga preso in considerazione. Ma la Merkel dimostra di non credere alla fiabe. Il tono della sua comunicazione si raffredda e cambia immediatamente registro: convoca la spietatezza del reale. «Non possiamo accogliervi tutti, siete in troppi!». Il voto di speranza viene rispedito al mittente. E la ragazzina, delusa, crolla tra le lacrime. Nella sua risposta il Gigante non sceglie la via del cuore. Non pensa di velare l’orrore del reale.

Segue qui:

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