Contributi – Renzi deve ancora dirci come intende valutare (e premiare) i prof

di Giuseppe Di Fazio, ilsussidiario.net, 18 maggio 2015

"Da Boston dico grazie al mio prof del liceo" afferma, in un'intervista al Corsera, Gigliola Staffilani. Il prof in questione è Mario Illuminati, per 35 anni docente di matematica al liceo scientifico di San Benedetto del Tronto. La Staffilani, invece, è oggi cattedratica di matematica pura nel tempio mondiale della ricerca scientifica: il Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston. Figlia di contadini abruzzesi, 49 anni, studi liceali a San Benedetto del Tronto, laurea in matematica a Bologna, dottorato negli Usa, la docente riconosce che senza quel prof al liceo che credette in lei e la invogliò a continuare gli studi oggi, forse, sarebbe nel proprio paesello d'origine a condurre una grama e rancorosa esistenza. Daniel Pennac in Diario di scuola scrive che «è sufficiente un professore — uno solo! — per salvarci da noi stessi e per farci dimenticare tutti gli altri». Per dirla con Massimo Recalcati, «un'ora di lezione può [realmente] cambiare la vita». La Staffilani, Pennac, Recalcati sono oggi personalità eminenti del mondo della cultura sia scientifica sia letteraria. Tantissimi altri, dai nomi meno noti, sono oggi bravi medici, avvocati, buoni padri e madri di famiglia. Per tutti loro è stato determinante l'incontro con un prof che anziché badare solo al programma, o considerare l'allievo "come una vite storta da raddrizzare", ha preso sul serio la persona che aveva davanti, l'ha saputa valorizzare per ciò che era. Senza ridurre lo studente alla sua performance, ma aprendolo a un orizzonte più ampio del particolare della materia studiata. Daniel Pennac, che all'inizio della sua carriera scolastica aveva una pagella contrassegnata da insufficienze gravi, racconta: «Gli insegnanti che mi hanno salvato (…) non si sono preoccupati delle origini della mia infermità scolastica. Non hanno perso tempo a cercarne le cause e tanto meno a farmi la predica. Erano adulti di fronte ad adolescenti in pericolo. Hanno capito che occorreva agire tempestivamente. Si sono buttati. Non ce l'hanno fatta. Si sono buttati di nuovo, giorno dopo giorno, ancora e ancora… Alla fine mi hanno tirato fuori. E altri come me. Ci hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita».

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