Affetti dalla sindrome del follower. Il selfie è diventato un’ossessione

Ragazzine che posano nude, scalatori di grattacieli, stelle e stelline. Chiunque ha diritto ad avere un pubblico. Vite davanti all’obiettivo per convincersi di esistere davvero

di Rosellina Salemi, espresso.repubblica.it, 21 agosto 2014

Dire che di selfie si muore è un’esagerazione. Però a Collette Moreno, 26 anni, madre di un bimbo di 5, la foto con l’amica che era alla guida (stavano andando a festeggiare il suo addio al nubilato al lago di Ozarks, Missouri) è costata la vita. L’attimo fuggente è stato l’ultimo. Courtney Ann Sanford, 32 anni, del Nord Carolina, si è schiantata con l’auto dopo aver postato un non fondamentale messaggio con foto su Facebook: “La canzone Happy mi rende felice.” Si è distratta, ha invaso la carreggiata opposta, ha urtato un camion, è finita in un fosso e la macchina ha preso fuoco. È successo il giorno in cui Facebook annunciava la possibilità di scattare e inviare selfie con un unico tocco. Sempre più facile. Troppo: un’indagine Ford su 7000 giovani automobilisti europei (18-24 anni) dimostra cheil 25% non resiste alla tentazione del selfie mentre guida, nonostante il rischio. La voce “autoscatti al volante” vede al primo posto la Romania (97%), seguita da Germania (55%), Regno Unito (43%), Belgio e Francia (41%). L’Italia è penultima (40%), fanalino di coda la Spagna (32%).

Un selfie distrae mediamente per 14 secondi. Controllare i social network ne impegna 20. Tanti: un’auto che viaggia a 100 chilometri l’ora può coprire lo spazio di cinque campi di calcio o sbandare e provocare un disastro. Dal sorriso al funerale. Jim Graham, direttore del programma “Ford Driving Skill for Life” ha preso la questione molto a cuore annunciando una vera e propria crociata contro l’uso degli smartphone mentre si guida, ma il numero degli incidenti cresce: 3328 morti nel 2012. Una piccola guerra. E un indizio. Il sintomo di un’abitudine e forse di una dipendenza che preoccupa sociologi come Jean-Pierre Le Goff e fa dire a psicoanalisti come Michel Stora: «Siamo passati da una società inibita e piena di segreti a una società esibizionista».

Per continuare:

http://espresso.repubblica.it/visioni/societa/2014/08/21/news/ossessione-selfie-1.177375

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