Omosessualità e eterosessualità, alla pari —  Sarantis Thanopulos , 18.7.2014 (Il Manifesto)

Verità nascoste. La ridefinizione dei legami sentimentali e familiari, a partire dalla parità tra l’omosessualità e l’eterosessualità nel campo della relazione coniugale e della genitorialità, deve fare i conti con la presenza di stereotipi relazionali che travalicano la riformulazione legislativa e culturale dei legami affettivi ed erotici

Michele Mac­far­lane è una donna di 46 anni che vive in Suda­frica. È stata inter­vi­stata da «The Guar­dian» in occa­sione di una visita a Lon­dra per la pro­mo­zione di un libro in cui rac­conta la sua sin­go­lare espe­rienza. Nove anni fa, quando viveva con il marito e con i loro tre figli (due maschi e una fem­mina), assunse come ragazza alla pari Mari­zette, una gio­vane donna «alta con spalle ampie, pan­cia piatta e brac­cia forti», di cui si accorse che fosse gay. Avvertì un’attrazione non defi­nita ma intensa che pensò di poter con­trol­lare senza grosse dif­fi­coltà. Quando disse a sua madre che la sua ragazza alla pari le sem­brava gay, lei rispose: «Così non rischi che tuo marito scappi con lei». Suo mal­grado, Michele sci­volò in una rela­zione ero­tica «senza con­fini» con Mari­zette e lasciò il marito. Nel 2009 le due donne si spo­sa­rono per sepa­rarsi due anni dopo. Oggi Michele vive insieme ai suoi figli con una nuova com­pa­gna, con la figlia di lei e con la bam­bina che ha adot­tato con Marizette.

Quando Michele, madre a tempo pieno, assunse Mari­zette era in dif­fi­coltà nella cura dei figli a causa di un dete­rio­ra­mento forte della sua vista e aveva biso­gno che qual­cuno gui­dasse per lei e le por­gesse il brac­cio per aiu­tarla a cam­mi­nare. A suo dire fino a quel momento era stata un’eterosessuale pura e solo dopo ha sco­perto la sua con­di­zione omo­ses­suale, un fatto pre­ce­den­te­mente incon­ce­pi­bile. Que­sta scis­sione tem­po­rale totale tra omo­ses­sua­lità e ete­ro­ses­sua­lità è poco cre­di­bile: la per­ce­zione di una pro­pria incli­na­zione omo­ses­suale è pre­sente fin dall’adolescenza.

In realtà nella pre­tesa di un’incompatibilità per­fetta tra le due decli­na­zioni fon­da­men­tali della ses­sua­lità, trova espres­sione un anta­go­ni­smo latente ma potente tra il biso­gno di sicu­rezza e il lasciarsi andare senza riserve nella sod­di­sfa­zione erotica.

La ride­fi­ni­zione dei legami sen­ti­men­tali e fami­liari, a par­tire dalla parità tra l’omosessualità e l’eterosessualità nel campo della rela­zione coniu­gale e della geni­to­ria­lità, deve fare i conti con la pre­senza di ste­reo­tipi rela­zio­nali che tra­va­li­cano la rifor­mu­la­zione legi­sla­tiva e cul­tu­rale dei legami affet­tivi ed erotici.

La forza di que­sti ste­reo­tipi (il cui potere nor­ma­tivo deriva dalla con­sue­tu­dine e non dall’ordinamento giu­ri­dico vigente) sta nella loro capa­cità di con­tra­stare lo scon­vol­gi­mento della nostra posi­zione nel mondo di cui è foriera la pas­sione amorosa.

Nel vis­suto di Michele con­flig­gono l’esigenza di fidarsi cie­ca­mente dell’altro (accen­tuata dal suo pro­blema alla vista) e il desi­de­rio di lasciarsi andare in un’esperienza amo­rosa senza con­fini. Que­sto con­flitto — che ha tro­vato una tran­si­to­ria com­po­si­zione nell’attrazione per le «forti brac­cia» di Mari­zette — è pre­sente nella coniu­ga­zione dif­fi­cile della sua insi­steNte voca­zione materna con il desi­de­rio nei con­fronti del suo part­ner ero­tico (l’uomo prima, la donna dopo). Nei geni­tori, l’accudimento dei figli — dove è sem­pre pre­sente la pro­ie­zione di un biso­gno per­so­nale di cura — entra spesso in com­pe­ti­zione con la pro­fon­dità e la com­piu­tezza della pro­pria espe­rienza erotica.

La dif­fi­coltà di pren­derci reci­pro­ca­mente cura all’interno della rela­zione di desi­de­rio ci spinge a ripie­gare nel biso­gno di sta­bi­lità inse­guendo obiet­tivi ras­si­cu­ranti e con­so­la­tori — che pos­sono tro­vare nell’impegno nei con­fronti dei figli un ter­reno molto favorevole.

Ci affi­diamo così a canoni com­por­ta­men­tali seco­lari — che si oppon­gono all’apertura all’imprevisto e ad una espo­si­zione uni­la­te­rale all’alterità — di fronte ai quali la scelta omo­ses­suale E quella ete­ro­ses­suale sono pari­menti vulnerabili.

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