Gli psicofarmaci: utile aiuto al momento opportuno ma non sostitutivi della psicoterapia.

Gli psicofarmaci fino a qualche decennio fa, non risultavano molto efficaci sul controllo dei disturbi quali ansia e depressione, manifestazioni principali o secondarie, di psicopatologie più complesse come quelle isteriche. L’unico modo per curarli era la psicoterapia e la psicoanalisi, all’epoca molto praticate. Poi con l’avvento degli psicofarmaci di nuova generazione la psicoterapia è stata man mano quasi soppiantata e gli studi perdevano sempre più pazienti. Qualche professionista per ovviare a questa difficoltà ha pensato di rivolgere più interesse alla cura degli allievi in formazione.
È bene dire che gli psicofarmaci in alcuni casi sono fondamentali o possono costituire dei validi rimedi per agire in maniera rapida su un forte stato di sofferenza, però non sono una vera cura ma dei palliativi che non possono affatto sostituire la psicoterapia. Inoltre queste sostanze possono determinare effetti collaterali, o secondari, che solitamente precedono l'effetto terapeutico o principale. Vengono descritte manifestazioni collaterali principalmente a carico di: apparato digerente, apparato cardiocircolatorio, apparato genitourinario e sistema nervoso. Oltre ad una corretta scelta del tipo di farmaco, delle dosi e della modalita' di somministrazione, è di fondamentale importanza che il medico fornisca al paziente, ed eventualmente ai suoi familiari, informazioni chiare e complete sui possibili effetti collaterali, al fine di instaurare una valida relazione medico-paziente ed evitare precoci interruzioni della terapia.

 

http://video.repubblica.it/salute/veleni-and-intossicazioni-abuso-di-farmaci-le-benzodiazepine/160862/159353?ref=search

 

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